mercoledì 16 settembre 2009

DIARIO DEL CAPITANO De Luca Miro



Cronaca di un viaggio in america... Vicissitudini prima durante e dopo l'arrivo degli states! To be continued...


DIARIO DEL CAPITANO SUPPLEMENTO De Luca Marta figlia ^.^

DATA ASTRALE 6 AGOSTO 2006

E’ mattina e l’entusiasmo è a mille...
Tutta la famiglia De Luca: Miro, Susanna, Marta e Paolo si appresta a iniziare un’avventura già tentata prima: il terzo viaggio verso gli Stati Uniti! Prima tappa: Londra, dove soggiorniamo per due giorni, seconda tappa: Los Angeles, da dove parte l’itinerario di viaggio americano.
L’euforia dell’inizio vacanze ci fa apparire il lungo e scomodo viaggio verso l’aeroporto di Malpensa, una gita domenicale, carichi ognuno di una propria valigia più zaini e borse, prendiamo l’autobus, poi la metropolitana, infine il treno che arriva al Terminal 1.
C’è una gran confusione, è domenica il giorno dell’esodo per le partenze e siamo in fila col nostro biglietto “elettronico”, un foglio prenotazione dato dall’agenzia viaggi. Siamo allegri, sorridenti, ridiamo e scherziamo per ogni cosa.
Ancora non sappiamo che non saremmo arrivati là, dove tutti i De Luca sono già giunti prima...

Quella sarebbe stata la prima di una lunga serie di file per biglietti e bagagli.

La signorina del banco dell’Alitalia ci manda ad autenticare il biglietto elettronico come da prassi; andiamo quindi in biglietteria e lì accade l’impossibile: ci comunicano che la prenotazione per la nostra tanto agognata vacanza risulta, com’è dimostrato dal foglio in nostro possesso, ma non è stato pagato il biglietto, quando la questione era già stata risolta settimane prima con gustosi assegni emessi a favore dell’agenzia viaggi Black Stone di Milano.
I nostri visi non sono più sereni, le labbra non atteggiano più sorrisi, gli occhi riflettono sgomento, ma ancora grazie all’inguaribile ottimismo che ci contraddistingue non ci perdiamo d’animo: sarà un errore del terminale, sarà una dimenticanza di Riccardo, è impossibile che sia reale... sembra un incubo, di quelli che si fanno la notte prima di partire per le vacanze, dove si materializzano tormenti e angosce che qualcosa possa andare storto, che accadano le cose che soltanto in certi film, quelli che guardi ridendo, cercando di esorcizzare il timore degli imprevisti estivi e dici, no a me non succederà… invece ci siamo dentro…

Non riusciamo a credere che ci stia accadendo una cosa del genere, chiediamo chiarezza, ulteriori controlli agli addetti dell’areoporto, ma non ci sono dubbi, non c’è via d’uscita: per loro, noi abbiamo in mano un pezzo di carta senza valore, se non testimonianza di una prenotazione, mentre noi sappiamo benissimo di aver pagato l’agenzia viaggi! E’ l’inizio dell’incubo, il nostro tanto desiderato viaggio sta saltando, siamo bloccati in aeroporto e le lancette scorrono, il nostro arrivo con tre ore di anticipo si è vanificato, nessun errore nei terminali dell’Alitalia, nessun numero di telefono di Riccardo da chiamare, nessun aereo ci aspetta, nessun biglietto per noi quattro per Londra.

Lo sgomento iniziale fa gradualmente spazio alla rabbia, un solo colpevole per noi, il signore dell’agenzia viaggi, il nostro amico e vicino di negozio.
Ormai pervasi da cupa rassegnazione prendiamo l’autobus che da Malpensa porta alla stazione centrale per poi tornare inaspettatamente e con largo anticipo a rimirare il panorama verde del nostro giardino di casa.
Non c’è neanche il nostro fedele amico, anzi un figlio e fratello cane Orazio ad accoglierci con genuina e ignorante felicità dietro la porta. Nei nostri discorsi riecheggiano le stesse frasi: “a quest’ora saremmo stati, a quest’ora saremmo stati..”.

Siamo arrabbiati si, ma la nostra famiglia ha fra gli altri un importante e molto apprezzato lato positivo: non ci arrendiamo mai e comunque vadano le cose continuiamo a sorridere e a riderci sopra e un’ottima cena in un ristorante a Sesto San Giovanni suggella quest’ atmosfera comunque piacevole... le speranze vivono ancora, attendiamo di passare la notte e digerire le cape sante, i tagliolini ai frutti di mare e le seadas (dolce tipico sardo) molto apprezzate a cena, per chiarire il mistero dei biglietti in agenzia.

DATA ASTRALE 7 AGOSTO 2006

E’ nuovamente giorno, il sole si leva rivelando il suo splendore caldo, l’eccitazione della mattinata di ieri viene rimpiazzata dalla fredda determinazione di scoprire il motivo della nostra mancata partenza.
E’ strano ritrovarsi ancora a Milano, rivedere le stesse macchine, le stesse strade ormai svuotate ”sono partiti tutti ieri”! Già, partiti senza di noi…

Arriviamo a destinazione io e papà, con la speranza di trovare la Black Stone aperta con Riccardo chino sulla scrivania a lavorare, ignaro di tutto. Immaginiamo la situazione, il suo viso stupito nel vederci varcare la soglia della sua agenzia, il nostro modo pacato con un’ ironica allegria nello spiegargli la disavventura del giorno precedente, la richiesta di effettuare un controllo tramite il suo terminale per dare valore ai nostri biglietti.
Invece eccoci all’ultima curva... la Black Stone è ancora chiusa. Parcheggiamo davanti al nostro negozio, un caffè e un croissant per addolcire la prima delusione della giornata. Torniamo a piedi in via Parini… un gruppo di persone sono asserragliate davanti alla clère ancora chiusa. Il batticuore sale... “Ah, anche voi? Stiamo aumentando vedo...”
Non è possibile, l’incubo continua! Stiamo di nuovo sprofondando nello sgomento più nero, un vortice di domande turbinano nella nostra mente, ma ormai è tutto chiaro: siamo finiti in una truffa, Riccardo si è portato via le nostre vacanze, i nostri sogni, i NOSTRI SOLDI.

Già Riccardo... il nostro amico e collega di “via” ormai da tre anni, con cui scherzare sul calcio, lui, tifoso interista, è un bersaglio abituale dei tiri scherzosi di papà il martedì, quando con la gazzetta in mano si commentano le papere di Adriano o i gol di Inzaghi e Kakà. Lui che ci ha preso tre sostanziosi assegni e il giorno prima della presunta partenza è venuto in negozio a baciare sulla guancia la mamma (il bacio di Giuda) e augurarci buon volo… il volo ce l’ha fatto perdere, l’aereo chissà, l’avrà preso lui per volare in Brasile o in qualche altra meta fuori dall’Italia per godersi il bottino.

Scattano le denunce dai carabinieri, ma la truffa coinvolge troppe persone, sfortunatamente per il nostro Ricky anche un giornalista del Tg 5 è nel gruppo.
La stampa viene allertata e subito cominciano ad avvicendarsi reporter di la7, corriere della sera e telegiornali vari con fiumi di fili per le telecamere e microfoni, si odono scricchiolìì di penne sui block notes per scrivere della vicenda. Forse perché il più spigliato e disponibile, forse perché è l’immagine del buon padre di famiglia, ma sicuramente per la celebre bellezza, per la voce calda, per il viso scaltro, la figura atletica e per i profondi occhi castani che bucano lo schermo, è papà ad essere scelto per testimoniare l’evento con varie interviste e riprese per i notiziari della sera e articoli sui quotidiani! E’ diventato un “Vips” uno di quelli che possono stare solo in “reserved for Front of Line Pass owner’s” ma ancora non sappiamo cosa significhi…


DATA ASTRALE 8 AGOSTO 2006

La notte è stata lunga… il ricordo dei fatti del giorno precedente ci ha negato un sonno tranquillo. Tutto è stato documentato nei vari telegiornali e nel corriere della sera; si mantiene vivo un fatto sì spiacevole, ma sul quale continuiamo a scherzarci sopra, la novità dell’improvvisa e inaspettata popolarità ci diverte e l’atmosfera a volte goliardica tampona quest’inizio di vacanza insolito e soprattutto rovinato.
Ma cosa faremo ora? Si vagliano alcune ipotesi: Sardegna, Puglia, Croazia, tutte mete interessanti ma, diamine, non quest’anno! L’america ci sta aspettando non possiamo e non vogliamo mancare all’appuntamento con l’avventura on the road.

DATA ASTRALE 9 AGOSTO 2006

Abbiamo tutti un pensiero fisso, sentiamo come un richiamo, una forza che ci attrae verso gli Stati Uniti... d'altronde ci eravamo fatti la bocca di panorami mozzafiato, strade immense, deserti di rocce rosse infuocati, innumerevoli luci di sfavillanti alberghi, bistecche very rare e trekking, tanto trekking nei tortuosi sentieri dei meravigliosi parchi nazionali.
Urge fare qualcosa: dobbiamo trovare il modo di realizzare i nostri sogni.

Di nuovo in macchina, altra strada da percorrere, non sappiamo se riusciremo a trovare una soluzione, non sappiamo se siano disponibili altri voli aerei da acquistare nuovamente che ci portino là dove tutti i De Luca sono già giunti prima, ma noi ci proviamo lo stesso.
La ricerca di agenzie viaggio aperte è iniziata. Entriamo con diffidenza alla Welcome Travel Group, scrutiamo i visi degli impiegati, cerchiamo di carpire ogni strizzata d’occhio, ogni ammiccamento… non possiamo ricadere nella stessa trappola.
Siamo già stati in altri posti dove gli insostenibili prezzi ci hanno costretto a dire la solita frase: “ci pensiamo, grazie”, ormai anche le travel agency hanno appeso il cartello con la nostra foto: - WANTED non fateli entrare non comprano - ! E’ da pazzi pensare di riuscire a trovare qualcosa in Agosto inoltrato, con la presunzione di spendere poco.
Con questa consapevolezza ci accomodiamo sulle morbide poltrone rosse, con i visi sempre speranzosi, ma con un velo di rassegnazione dolce.

Il giovane di fronte a noi è disponibile e sveglio, subito si mette al lavoro per cercarci un posto su un aereo diretto a Los Angeles, New York o qualsiasi altra meta, l’importante è varcare l’immensità dell’oceano Atlantico.
L’attesa è snervante… il ragazzo è uno tosto, uno che il suo lavoro lo sa fare bene e non si ferma ai primi risultati trovati, vuole essere lasciato solo, c’è il tempo per noi di uscire per rifornire, al supermercato di fronte, il nostro frigorifero di vivande per la sopravvivenza in questi giorni rubati alle vacanze a casa nostra.
Torniamo. La ricerca è conclusa: abbiamo 1 foglio con un prospetto di volo per 4 persone andata ritorno Milano – New York – Los Angeles, rientro Los Angeles via Atlanta, il prezzo è meno di quanto ci aspettassimo, dobbiamo solo prendere una decisione, dobbiamo solo firmare gli assegni.
Gli animi si riaccendono d’entusiasmo, la possibilità di una via d’uscita è tornata, nel frattempo ci è giunta notizia che Riccardo si è costituito e ci sono buone probabilità nel giro di alcuni mesi di rientrare in possesso del denaro sottratto. Un dilemma ci affligge: partire o non partire… il viaggio è interamente da ripagare e abbiamo perso quasi una settimana. Non siamo nuovi a colpi di testa di cui non ci siamo mai e poi mai pentiti, questo sarebbe l’ennesimo tuffo in un’avventura da condividere noi quattro, il destino è imprevedibile, stiamo crescendo e dobbiamo cogliere l’occasione per vivere la vacanza in famiglia, solo mamma, papà e figli.
Il fatidico SI arriva e non poteva essere altrimenti e decidiamo di tornare in agenzia per staccare gli assegni e far ricominciare il sogno!!!


DATA ASTRALE 10 AGOSTO 2006

La decisione è presa... le valigie mai disfatte possono essere nuovamente chiuse perché siamo pronti per partire!

Come d’abitudine, accendiamo la televisione per aggiornarci sulla situazione mondiale e assistiamo ad una notizia che ci fa rabbrividire: è stato sventato un attentato che avrebbe dovuto far esplodere in volo una serie di aerei… La tratta colpita sarebbe stata proprio quella in direzione degli Stati Uniti.
Impallidiamo di fronte a tale notizia, è la nostra tratta: Londra - New York, con gli stessi aerei, quelli della United Airlines, o meglio quelli che avremmo preso se Riccardo non ci avesse truffato, anche se saremmo già stati in America a quest’ora.
Siamo scombussolati... l’idea di essere fagocitati all’interno delle enormi pance dei mostri volanti e pesantissimi non è di per sé una faccenda invitante, ma in ogni caso si cerca di pensare il meno possibile al fatto d’essere sospesi sull’oceano e si pensa solo alle vacanze che stanno iniziando.
Purtroppo persone che non hanno nulla a che vedere con la civiltà che hanno deciso di imporre il proprio credo servendosi di violenze inaudite, ci costringono a provare timore, la paura di dover pagare con la vita il loro fanatismo religioso.
Ma ormai le cose sono fatte: il biglietto è acquistato e noi non vogliamo perdere l’occasione di viaggiare verso i nostri adorati States.

DATA ASTRALE 11 AGOSTO 2006

Siamo nuovamente in aeroporto, Malpensa Terminal 1, in un’atmosfera dal sapore di dejà vu, con lo stesso allegro sorriso, velato però da pallida preoccupazione. Ma il biglietto questa volta c’è, è reale, non c’è nulla di cui temere... Gli estenuanti controlli di sicurezza per chi viaggia verso l’America ci costringono a file lunghissime, che ci fanno partire con ben 4 ore e mezza di ritardo!
Il viaggio è ad ogni modo davvero piacevole, le hostess e gli steward sono gentili e rassicuranti, perdo il conto di tutte le volte che passano con i loro carrelli con snack e pasti. Ben tre film sui mini schermi ci accompagnano nelle otto ore e mezza di tragitto verso la prima tappa del viaggio: New York!!

Riusciamo a vedere la Grande Mela che si staglia sotto di noi imperiosa.
L’aereo si prepara per l’atterraggio: scende sempre più in basso, cresce dentro la felicità di essere ormai arrivati, la vicinanza con la terra ferma sempre più vicina rassicura, nonostante è noto che la fase di decollo e di atterraggio siano le più rischiose, ma ti toglie quella pesantezza nella testa che io, avendo una certa fifa di volare, ho da quando varco l’entrata di un aeroporto.
Aspetto solo di sentire il classico tonfo delle ruote, ormai fuori dal carrello, sulla pista di atterraggio… siamo praticamente a terra, ma ecco che l’aereo riprende molto bruscamente quota. Il cuore martella il petto, che diamine è successo, vengono in mente le cose peggiori, freschi come siamo di notizie di attentati e dirottamenti.
Restiamo in quota a sorvolare la città a lungo, troppo a lungo per non pensare al peggio. Finalmente arriva la voce rassicurante del comandante che ci spiega che ha dovuto effettuare questa manovra improvvisa a causa del “traffico” sulla pista e se non avesse ripreso repentinamente quota avremmo rischiato una collisione con un altro aereo!
Gli eventi ci portano a provare emozioni forti, ma il meglio (o il peggio) deve ancora arrivare…

DATA ASTRALE 11 AGOSTO 2006 - NEW YORK AEROPORTO

“I want to be a part of it New York New York...” Canto così nel lungo corridoio dell’aeroporto JFK per liberare l’entusiasmo e dissipare la tensione del volo! Arriviamo saltellando all’Immigration dove veniamo accolti in maniera insolente da un’enorme e maleducata donna di colore senza l’ombra di un sorriso sulle sue labbra, sicuramente una signora dai facili costumi, dedita ad attività poco serie la sera sui marciapiedi della città. Siamo stanchi, tutto è grigio e freddo e gli addetti dell’aeroporto sono sgarbati, non è così che immaginavo il primo (dopo otto anni) contatto con i miei adorati americani. Dobbiamo sorbirci l’ennesima lunghissima fila che vanifica il tempo che ci serve per riuscire a prendere la coincidenza per Los Angeles, ma l’hostess del nostro aereo ci rassicura col suo sorrisetto stampato: “La Delta airlines si occuperà di voi ”. Ci offriranno una stanza per la notte e il volo garantito il giorno dopo. Va bene le crediamo, in fondo, persa la coincidenza per cause di forza maggiore, abbiamo tutto il diritto di soggiornare in albergo a New York la notte e magari riuscire a fare un inatteso giro per la città già visitata da noi De Luca nel ‘99. E’ in ogni caso un buon compromesso.
Questa rosea prospettiva consolatrice viene ben presto offuscata dai bruschi modi degli addetti al banco della Delta. Ennesima estenuante fila per ottenere notizie per il volo per noi alternativo per Los Angeles. Ci viene comunicato, sempre urlando, (alla Delta di New York non è uso comune parlare con gentilezza a chi viene a portare soldi nel loro paese) che non esistono più camere disponibili in tutta NY, davvero assurdo visto che è una delle più grandi città del mondo!
“La Delta airlines si occuperà di voi”continua a riecheggiare nella nostra mente.
Intanto, un altro personaggio che ricorda quello che si crea espletando un’importante funzione biologica (dalla forma stereotipicamente a cilindro marrone) ci aggiorna della nostra situazione, il concetto, espresso in un tono assai diverso, è più o meno questo: siamo pregati di rimanere all’interno dell’aeroporto con i bar e ristoranti chiusi e nessuna possibilità di uscire, inoltre ci viene concesso di accomodarci nelle “morbide e calde poltroncine” delle sontuose salette d’attesa, ove passare la notte e poi sperare la mattina dopo di riuscire a richiedere un posto sull’aereo.
Come si suol dire: oltre al danno la beffa; per entrare nella sala d’aspetto veniamo nuovamente perquisiti e trattati peggio dei terroristi, ma come, non avevamo forse passato tutti i controlli a Malpensa? Forse al JFK li sanno fare meglio che da noi? Ci confiscano smalti, creme per il viso e antidolorifiche, dentifrici, liquidi per la cura personale, tutti oggetti regolarmente imbarcati a Milano e finalmente ci sediamo nelle poltrone della sala d’aspetto interna gentilmente concesse dal personale.
Per fortuna qualcuno con un briciolo d’umanità ancora esiste: ci portano coperte, acqua e snack vari ad attenuare la sete e calmare il morso della fame nello stomaco, che duole non tanto per la mancanza di cibo, ma per il nervoso di non poter essere già comodamente addormentati nel calore del queen bed dell’albergo prenotato a Los Angeles, come sarebbe successo se avessimo preso l’aereo.
La stanchezza ci fa assopire in una scomoda posizione. Mi sveglio col rumore dei passi delle persone appena sbarcate da Las Vegas alle due di notte; mi camminano affianco, ma rimango lo stesso sdraiata per terra, avvolta nella copertina blu della delta.

DATA ASTRALE 12 AGOSTO 2006 (LOCALE) – CAPITOLO 1: “LA SEPARAZIONE”

Non sembra nemmeno di essersi addormentati almeno per un paio d’ore. Sono le 5 del mattino e abbiamo si chiuso gli occhi, perché troppo devastati dalla stanchezza, ma non è stato un vero riposo.
Ad ogni modo, siamo di nuovo in piedi, occorre fare di tutto per fuggire via da NY raggiungere l’amata Los Angeles e dimenticare queste ore buie.
Fino a poche ore prima, l’aeroporto si trovava immerso in un religioso silenzio, adesso è un brulicare di persone, con valigie colorate e per noi inizia un’altra, l’ennesima, lunghissima fila (ma ormai ci abbiamo quasi fatto l’abitudine!)
Riusciamo a raggiungere il banco della Delta Airlines; l’unica possibilità per noi è correre, volare direttamente all’imbarco a richiedere il “seat request” (secondo disponibilità) sull’aereo per noi quattro. Arriviamo appena in tempo, le indicazioni purtroppo sbagliate di uno degli addetti ci fanno andare da una parte all’altra dell’aeroporto, prosciugandoci delle poche energie rimaste! L’aereo c’è, parte alle 7 e 30, ancora una manciata di minuti e sarebbe decollato senza di noi. Già… senza UNO di noi, purtroppo c’è solo un posto disponibile.
Continuano le delusioni. La corsa è stata dopotutto piacevole perché si era aperto un barlume di speranza di potersene andare! Invece ancora attese, ancora un destino ignoto. Pochi istanti per decidere... è Paolo il coraggioso che affronterà il viaggio da solo, gli eventi ci portano a dover smembrare la famiglia per avere più possibilità di imbarcarci sul prossimo volo, visto che i posti sono sempre contati.
La separazione è davvero difficile… “And then they were three”: titolo dell’album dei Genesis del 1978, mi viene in mente vedendo Paolo sparire nel corridoio che porta a bordo del suo aereo. Solo qualche istante dopo realizziamo che è partito senza soldi, solo col passaporto e non abbiamo la più pallida idea di come si faccia a chiamare in America un cellulare italiano! “Hey Paolo, ci vediamo a Los Angeles!” sembra così immediato, già... peccato che sono 5 ore di volo, dall’altra parte degli Stati Uniti!
E se non ci fossero altri posti disponibili? E se non riuscissimo a partire col prossimo volo? E se nell’immensità dell’aeroporto californiano non riuscissimo a trovarci?
Troppo tardi... ormai è andata e noi stiamo nuovamente aspettando.

Siamo in lista per il volo delle nove. Mi attacco come una zecca alla signorina dell’imbarco. Cerco di addolcirla col viso addolorato, ma non è una delle mie solite recite, ho l’espressione del cane bastonato, ma non ho bisogno di fingere: mi viene assolutamente naturale data la preoccupazione e la stanchezza!
Attimi di tensione. Papà esce dalla sala d’aspetto per comprare delle penne e forse per calmare l’agitazione. Passo per l’ennesima volta innocentemente davanti alla hostess per gli imbarchi per farmi vedere. Mi nota e mi chiama: “you can go, here your tickets.”
Non posso crederci! Colma di gioia, corro ad abbracciare la mamma, distogliendole l’attenzione dal sudoku! Il cerchio alla testa, la sensazione di torpore e la stanchezza fisica che prima attanagliava i muscoli e le ossa, spariscono come per incanto.
Scatta ovviamente lo scherzo per papà che ancora non torna ed è ignaro della situazione attuale. Lo vedo in lontananza e cammino verso di lui, cercando di trattenere le risate. “Papà, mi hanno appena detto che non c’è più posto... dobbiamo aspettare stasera...” L’immensa felicità non riesce a farmi risultare credibile, gli occhi sono illuminati e vispi, il cuore è a mille, mi conosce troppo bene e subito scoppiamo in una fragorosa risata di gusto, mi aggrappo come un koala alla sua spalla e mi lascio trasportare infischiandomene della gente che ci guarda!! Finalmente! Ce l’abbiamo fatta! Ce ne possiamo andar via da New York, dal suo aeroporto e da tutte quelle persone che sono state poco gentili con noi e soprattutto possiamo ritrovare Paolo e ricongiungere la famiglia!

Anche questo volo è estremamente piacevole. Abbiamo un vip sull’aereo: seduta affianco a me Antonella Elia e il suo baldo fidanzato di passaggio a L.A. verso la Polinesia.
Il tempo è perfetto sopra i deserti, non c’è nemmeno una nuvola e si possono ammirare chiaramente le Rocky Mountains, si riconosce perfettamente il Lake Powell e il Gran Canyon si mostra in tutta la sua bellezza e maestosità.
Atterriamo a Los Angeles. Lo scenario è mutato completamente. E’ proprio vero che la California è il Golden State! Il sole è caldo e abbagliante e tutto è così luminoso! L’aeroporto risplende nei suoi marmi, ci sono bellissime piante ovunque, chiediamo informazioni e le persone ci rivolgono larghi sorrisi rispondendoci con gentilezza e disponibilità. Siamo estasiati e anche un po’ increduli! Ormai, eravamo abituati alla scortesia newyorkese!
Sembra un sogno! Mi sembra di essere in un film, quando atterri alle hawai e la gente del luogo canta per te, ti sorride, e ti adorna con splendide ghirlande di fiori profumatissimi e tutto è colorato e allegro! L’aeroporto di New York e il suo grigiore sembrano ora un lontano ricordo.


DATA ASTRALE 12 AGOSTO 2006 - CAPITOLO 2: “LA FAMIGLIA SI RIUNISCE”

Ora ci resta solo una cosa da fare: la famiglia è stata troppo a lungo divisa, dobbiamo assolutamente trovare Paolo.
Non essendoci messi d’accordo sul luogo per il rendez-vous, (diamine, non ne abbiamo avuto il tempo) la cosa più logica era correre al baggage claim, dove pensiamo ci stia aspettando con le nostre valigie già recuperate.
Entriamo nella vasta stanza, ma in mezzo alla marea di persone non riusciamo a vedere Paolo. Un po’ in apprensione, giriamo l’aeroporto, usciamo fuori dalle sue porte trasparenti: magari sta tentando di telefonare alla sua bella, o proprio mentre lo stiamo cercando è andato alla toilette o al bar (uhm cosa improbabile visto che non possiede una lira, anzi un dollaro!) torniamo ancora più agitati nella sala del ritiro bagagli. La percorro nuovamente in lungo e in largo.
Preoccupatissima, incontro mamma e papà e subito capiscono che non l’ho trovato dal mio viso contratto. Mi giro verso lo scivolo dei bagagli. Un giovane dalla figura felicemente familiare attira la mia attenzione perché sta tentando a fatica di tirar fuori una conosciuta e pesante valigia grigia dalla moltitudine di bagagli. Eccolo, ecco Paolo!! Urlo felice e subito gli corriamo incontro!

Il momento emozionante è prontamente documentato dalla videocamera.
E’ strano guardare la videocassetta e notare il gap temporale che c’è tra le prime riprese in casa, che mostrano i festosi preparativi per il viaggio con i soliti sketch di cui siamo protagonisti Paolo ed io (battezzati come messaggi subliminali, chi ha la fortuna di vedere il filmato sa perché!) e l’arrivo gioioso a Los Angeles; manca proprio una testimonianza dei fatti piuttosto “movimentati” delle ultime ore, ma spero di aver reso l’idea di come siano andate le cose, poiché in situazioni in cui l’incertezza è la sola cosa garantita, non si ha certo l’entusiasmo di giocare con la videocamera, soprattutto perché noi abbiamo la tendenza di usarla in momenti che si presuppone siano divertenti! Odiamo gli sterili e noiosi filmini in cui, senza un commento, si registrano i panorami, ma le immagini non parlano da sole, non renderanno mai in televisione quanto si apprezzano dal vivo. A noi piace creare sempre ritagli comici, mentre filmiamo i posti favolosi che visitiamo, ma rendendo la ripresa divertente per chi guarda!
Chiusi dentro l’aeroporto senza sapere cosa fare, non era indubbiamente la situazione ideale da riprendere!


PART TWO: INIZIA L’ITINERARIO DI VIAGGIO

E’ così... dopo un lungo ed estenuante viaggio, intriso di emozioni, gioie e dispiaceri siamo atterrati sani e salvi a Los Angeles, abbiamo trovato Paolo e la famiglia si è riunita. Abbiamo vissuto un’esperienza intensa, ma finalmente l’odissea è terminata.
Nel momento stesso in cui ho gridato “Ecco Paolo!”, la nostra agognata e direi, meritatissima vacanza ha avuto ufficialmente inizio.

E’ abbagliante il sole della nostra Los Angeles e il cielo è di un azzurro intenso.
L’albergo è un Best Western vicino all’aeroporto, ma prima dobbiamo trovare un noleggio autovetture dove trovare una bella macchina che ci accompagni per tutta la durata della nostra avventura.
E’ alla Hertz che, dopo un ‘attenta ricerca, decidiamo di noleggiare il favoloso fuoristrada Nissan Highlander, dotato di ogni confort!
La storia si ripete… spiego: nel 1997 durante il nostro primo viaggio negli Stati Uniti, (sempre costa ovest) papà ha avuto il piacere di guidare per venti giorni la bellissima Caravan Dodge, un enorme monovolume con 9 posti! Tornati in Italia, dopo breve tempo, abbiamo deciso di acquistare proprio una monovolume, la Renault Megane Scénic, che abbiamo amato fino a settembre 2006, quando con un altro bel colpo di testa (di cui siamo fieri) abbiamo comprato uno stupendo fuoristrada più piccolo di quello americano: una Suzuki Gran Vitara.
Se non ci fossero stati questi viaggi in America, non ne saremmo stati piacevolmente ispirati e probabilmente non avremmo mai acquistato proprio quei tipi di macchine!

L’albergo Best Western non è nulla di speciale, ma è il classico motel americano che vediamo nei film, quelli dove si nascondono gli amanti o si commettono omicidi! Il signore alla reception poi, è un enorme uomo portoricano con una maglietta nera trasparente che poco nasconde la grossa pancia pelosa, ha un’espressione dura che incute timore, ma quando sorride gli si formano due guance tenere da bambino.
La stanza è accogliente, dotata di frigo, quello che ci serve per tenere fresche le immancabili Budweiser e i letti sono grandissimi (per noi europei) e puliti. Siamo stanchi e affamati, ci concediamo la prima cena di hamburger e patatine (la prima di una lunga serie!) e andiamo a dormire ancora con la luce, un sonno ristoratore per essere pronti per la prima tappa di viaggio: gli Universal Studios Hollywood !!!

DATA ASTRALE 13 AGOSTO 2007

Ci svegliamo con rinnovato entusiasmo: abbiamo ricaricato le energie e siamo partiti alla volta della capitale del divertimento!
Gli Universal sono un posto straordinario… E’ la terza volta che ne varchiamo la soglia, la prima volta nel 1997 sempre a Los Angeles e poi nel ‘99 a Orlando in Florida.
E’ bello ritrovarsi nella stessa freeway percorsa quasi dieci anni prima, ma con lo stesso spirito fanciullesco che da sempre ci contraddistingue e che non muterà mai…

C’è una piccola città come entrata d’accoglienza al cancello principale del parco, un tripudio di luci e colori sfavillanti che creano un’atmosfera irreale e gioiosa.
Siamo tutti e quattro appassionati di cinema, gli Studios sono per noi una tappa fondamentale del nostro viaggio e nelle sue ambientazioni ci sentiamo come a casa!
Siamo in fila alla cassa.
Fila... questa parola ci ha accompagnato a lungo negli ultimi due giorni, in cui siamo stati fermi ad aspettare sulla soglia della sopportazione di ricevere risposte, di riuscire a ripartire e prendere un aereo o di poter ritirare i bagagli, il tutto con l’angoscia dell’incertezza, o anche solo di poter bere un caffè.
Leggo il cartellone sopra la cassa con il tariffario per l’entrata del parco, quasi non ci credo, quando traduco nella mia mente che finalmente abbiamo l’occasione di riscattarci dei momenti d’attesa forzata ed estenuante che abbiamo patito quasi sempre ingiustamente! Occhiata d’intesa con Paolo e subito scatta la proposta a mamma e papà.


Il FRONT OF LINE PASS ti permette, per la modica cifra di 99 dollari, di entrare nel parco e “saltare la fila” usufruendo di un accesso prioritario e di posti riservati per tutti gli spettacoli più belli.
Sfili tranquillamente affianco alle altre persone (la plebe) in un corridoio separato, ben visibile grazie alla stella che spicca luminosa e alla scritta “Gate A” e ti ritrovi davanti alla massa, godendo di conseguenza di una vista migliore in un attimo!
Lo meritiamo dopotutto! Abbiamo subìto troppo ed è ora di sentirci un po’ “Vips”, sfoggiando orgogliosamente il pass nominale in bella vista legato al collo, è persino elegante con la stella magica che diventa la nostra luce guida per trovare l’entrata a noi riservata!
Così la famiglia può godere appieno di attrazioni come: Jurassic Park, The Mummy, Terminator 2 3D e il mitico Ritorno al Futuro (ah, quanto abbiamo aspettato per rivederli per la terza volta in quasi 10 anni, restano entrambi sempre emozionantissimi) e poi ancora Waterworld, il favoloso Shrek in 4D e tutto diventa ulteriormente piacevolissimo perché immediato!
Gli spettacoli poi sono bellissimi, in particolare da non perdere il tour per gli Studios dove oltre a essere svelati alcuni affascinanti effetti speciali, ti ritrovi sui set di film come la Guerra dei Mondi, in particolare nella piccola cittadina devastata dall’elaboratissimo 747 schiantatosi dopo l’arrivo degli alieni, che ancora appare circondato da fumo! Pochi instanti dopo e ti ritrovi ad ammirare il lugubre Bates Motel dal famoso classico Psycho, poi ancora un salto nel tempo, in epoca molto antica come in Jurassic Park the Lost World, per essere in seguito catapultati di nuovo nel futuro e ammirare le tecnologiche macchine di The Fast and the Furios: The Tokyo Drift mentre roteano violentemente su se stesse.
Ma non è finita, oltre ai set di film e telefilm famosi (sei proprio “dentro” il film!), ti fanno fare esperienza di terremoti e inondazioni! Per non parlare del caldo soffocante che avverti e l’adrenalina che sale, quando assisti a un incendio improvviso, così magistralmente riprodotto all’interno di enormi padiglioni!
E’ senza dubbio una delle più belle giornate vissute del nostro itinerario di viaggio, anche se è molto difficile stabilire una graduatoria di meraviglie che ci aspettano in America!

DATA ASTRALE 14 AGOSTO 2006

Reduci delle emozioni e dei divertimenti degli Universal, ci svegliamo piacevolmente riposati nel nostro motel di LA per godere della nostra prima colazione americana a base di succo d’arancia, caffè, cereali, muffin e toast (molto all’italiana per la verità!) e ci prepariamo affrontare le numerose miglia che ci separano per arrivare alla seconda tappa: Flagstaff in Arizona. Dopo il dinamismo del giorno prima, questo lungo viaggio in macchina risulta un po’ noioso, anche se allietato dal favoloso panorama da far west che caratterizza il Gran Canyon State!
Arriviamo al crepuscolo, siamo molto stanchi e troviamo alloggio all’Hotel 8 Inn, i dintorni sono decisamente inquietanti, vediamo delle brutte facce in giro, ceniamo velocemente e poi via al sicuro tra mura dell’hotel per dormire.

DATA ASTRALE 15 AGOSTO 2006

Sedona con le sue bellissime e coloratissime gole dell'Oak Kreek Canyon…

TO BE CONTINUED…

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